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Sempre di più nel linguaggio comune troviamo il termine “Contrattura” per descrivere un episodio di dolore uniforme, localizzato e persistente, irradiato nella lunghezza di una loggia muscolare, attribuibile ad episodi di brusche escursioni articolari svolte senza un adeguato riscaldamento.

Questa premessa non risponde alla domanda: “Che cosa è una contrattura?” nonostante sia la maniera più sbrigativa per spiegare la causa del fenomeno (le brusche escursioni articolari).

Per chiarire il tutto smettiamo di parlare della “Contrattura” come se fosse una situazione materialmente tangibile. Utilizzando l’analogia di una scena teatrale (la contrattura) che si svolge sul palcoscenico (l’organismo umano) si presentano i personaggi caratteristici:

SNC (Sistema Nervoso Centrale) : Elabora risposte adeguate agli stimoli esterni come la forza di gravità, gli spostamenti del baricentro servendosi delle informazioni fornite da centri di controllo periferici situati in muscoli, articolazioni e visceri, questi scambi di informazioni e risposte involontarie sono denominati “Archi Riflessi” e servono per mantenere la stabilità in condizioni di squilibrio.

TESSUTO MUSCOLARE SCHELETRICO: Fornito di abilità contrattile VOLONTARIA, tramite impulsi elettrici forniti dal SNC e scambi ionici di membrana esegue il movimento del corpo nei vari assi e piani dello spazio.

PROPRIOCETTORI: strutture dotate di terminazioni nervose situate nei muscoli (Fusi neuromuscolari), nei tendini (Organi del Golgi), nei legamenti (Recettori articolari) e nelle capsule articolari sotto forma di terminazioni libere, informano costantemente il SNC dello stato di tensione dei muscoli sia a riposo che sotto sforzo, dello stato di tensione dei tendini, della posizione e dell’accelerazione delle articolazioni.

IL TESSUTO CONNETTIVO: Deputato al sostegno della postura statica per via delle peculiarità che lo contraddistinguono dal tessuto muscolare, è plastico, economico (un muscolo se fosse deputato al sostegno e al mantenimento della postura statica sarebbe oltremodo dispendioso in termini energetici) e possiede una copertura a 360° dell’organismo e mette i sistemi in continuità meccanica fra loro grazie a continue irradiazioni e stratificazioni dalla superficie alla profondità.

 

A questo punto possediamo tutti gli elementi e possiamo posizionare i nostri protagonisti per comporre la scena, di seguito un esempio pratico di come si presentano le condizioni di base favorevoli per un episodio di “Dolore da contrattura”:

Il Signor “X” possiede un suo schema posturale già consolidato nel tempo, non avverte dolori particolari tuttavia la sua IMPALCATURA CONNETTIVALE ha prevalso nel numero di fibre rispetto ad alcune muscolature per rafforzare una postura statica a lui comoda, questo aumento della fibra connettivale sulle muscolature ne impedisce i movimenti in maniera fluida e restringe il raggio di movimento “Fissando” in una posizione il corpo.

Quindi il TESSUTO MUSCOLARE SCHELETRICO del signor “X” svolge i movimenti solo sugli assi e i piani che sono concessi dal TESSUTO CONNETTIVO, il SNC è informato dai PROPRIOCETTORI che la posizione “Naturale” è quella fissata dal connettivo, nel momento stesso in cui viene compiuto un movimento che devia dallo schema “Funzionale” già esistente, i PROPRIOCETTORI vengono attivati, inviano una informazione anomala al SNC il quale a sua volta modula una risposta di protezione di contrazione del muscolo…..scatenando il dolore.

Questo esempio, seppure elementare ci mette di fronte a delle considerazioni interessanti sulle “Contratture”:

  • I MUSCOLI NON SONO RESPONSABILI: Se avete sfortunatamente sperimentato questi episodi sulla vostra pelle sappiate che i vostri muscoli non hanno nulla che non va a parte avere dei propriocettori “impostati” su dei piani di movimento limitati.

  • ALLUNGARE NON è LA RISPOSTA: La risposta più ovvia ad un accorciamento è di sicuro l’allungamento ma ragioniamo, se il problema risiede nella mancanza di movimento ed è stato proprio l’allungamento di una sezione impossibilitata a scatenare una risposta di protezione ….somministrare degli esercizi di allungamento probabilmente riproporrebbe le condizioni di dolore iniziali.

  • I MUSCOLI NON SI ACCORCIANO DA SOLI: Un usuale modo di dire recita:” Ha un muscolo retratto” se questo significa che il muscolo è privato della sua elasticità perché imbrigliato dalle catene connettivali allora siamo sulla buona strada, interpretare questo detto come a voler ammettere che quel muscolo permane in uno stadio di contrazione perenne non sembra sensato visto che: il muscolo scheletrico non ha capacità di attivarsi involontariamente se non per degli archi riflessi di qualche m/s , avere un muscolo in contrazione perenne porterebbe la sensazione di crampi continui e spasmi che qualitativamente differiscono molto dal dolore da contrattura, inoltre la peculiarità del tessuto muscolare è la sua ELASTICITA’ intesa come la capacità di tornare alla sua lunghezza base, quindi non possono esistere muscoli più lunghi di altri o più contratti di altri in assenza di patologie, esistono solo muscoli fissati in una posizione per ragioni di preservazione della verticalità.

  • L’IMPORTANTE è LA DOMANDA: Considerato che la contrattura è una risposta alla mancanza di mobilità, la domanda risiede nel movimento, il T.M.O (Trattamento manipolativo osteopatico) che effettuo nel mio studio offre soluzioni mirate alla “Reimpostazione” dei giusti parametri di movimento meccanico del corpo per garantire efficienza funzionale e prevenire le circostanze di sovraccarico.

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