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DISFUNZIONI VISCERO SPECIFICHE ( IMMOBILIZZAZIONI DEL TRATTO INTESTINALE ED ORGANI )

Come già affrontato in altri articoli di questo blog ci ritroviamo a parlare di fissazioni strutturali dell’organismo, impedimenti di mobilità del corpo che scaturiscono da rigidità tissutali e anomalie metaboliche. In precedenza abbiamo identificato il tessuto direttore della staticità dei tessuti: Il tessuto Connettivo in ogni sua forma, abbiamo anche definito quali possono essere i bersagli della staticità e stabilito quali possibilità di interazione vi siano tra tessuti profondi come quelli presenti nella cavità addominale (visceri) e quelli più superficiali (muscoli ossa e tendini) oltre ad aver affrontato quelle che sono le conseguenze di avere un tessuto immobilizzato per abbastanza tempo da produrre una guaina connettivale attorno ad esso e “Fissarlo” in una posizione. Non ho ancora però posto una domanda ai lettori dei miei articoli ovvero:” Come tutto ciò è possibile?” Se nel caso di muscoli, ossa e tendini sembra scontata la risposta della fissazione strutturale, così non sembra per il compartimento viscerale:” Come può un viscere essere colpito da una situazione di fissazione strutturale?” le risposte sono di varia forma e natura, l’essere umano è un organismo molto complesso e pieno di sfaccettature tuttavia uscendo questo articolo in periodo natalizio ed essendo tutti noi in fase di “Ingrasso” causa nonne, mamme e cene in famiglia, è bene aprire una piccola parentesi sulla correlazione esistente tra l’alimentazione e le disfunzioni del tratto digerente.

La prima figura medica a parlare di tale correlazione fu il dentista Weston A. Price che nelle sue ricerche in giro per il mondo si trovò di fronte a situazioni di natura particolare osservando fenomeni, anche posturali, praticamente assenti in popolazioni che osservavano una alimentazione basata su prodotti autoctoni.

La contestualizzazione ambientale dell’essere umano passa anche per l’alimentazione condizionando i livelli del ph interstiziale e il tono autonomico del sistema nervoso.

Per citare un esempio, una persona che vive in una regione a clima tropicale troverà una giusta contestualizzazione alimentare nell’assunzione di cibi che provengono dalla regione stessa come le banane per esempio, che ristabilizzano i livelli di potassio calanti ad opera delle temperature, sarebbe inutile fargli assumere dei crauti che sono di norma radici che, sebbene ricche in egual misura di vitamine, non possono fornire la stessa funzione di recupero delle banane, un essere umano deve mangiare quello che la natura del posto in cui vive gli offre, nelle stagioni in cui le offre. Questo è un corretto esempio di contestualizzazione alimentare.

Nel nostro secolo, le abitudini ed i ritmi di vita ci pongono in situazioni disturbanti per le quali non è facile mantenere un equilibrio, aggiungiamo il fatto che le industrie alimentari per scopi commerciali tendono a farci avere a portata di mano cibi sempre più lavorati che stonano del tutto con gli esempi della contestualizzazione alimentare di cui parlavo sopra. Il risultato è l’affaticamento totale dei sistemi che rallentano fino a fissarsi producendo effetti che possono inficiare anche sulla postura producendo iper usura dei tessuti.

Illustrando queste situazioni non voglio dire che a Natale o durante le festività è bene osservare una alimentazione equilibrata, sarebbe molto difficile, basta semplicemente saper rientrare nelle fila degli equilibri sistemici quando possibile sotto le feste e rientrarci in via definitiva usciti dal periodo festivo…Magari per ristabilire le funzioni del tratto intestinale fate anche una capatina dal vostro osteopata di fiducia per ripartire alla grande!   

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