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Se avete già letto PROGETTO E MATERIALI DI COSTRUZIONE possedete una vaga idea di quali elementi siano necessari perché un corpo possa avere una stazione eretta, in questo articolo verrà spiegato COME i materiali di costruzione interagiscono fra di loro per il mantenimento della postura.

Nello scorso articolo è stato affrontato il punto sulle funzioni dei tessuti per i quali possiamo identificare il TESSUTO MUSCOLARE come deputato ai movimenti volontari, il TESSUTO OSSEO come fondamenta della struttura e come punto di inserzione e di attracco per tutti i tessuti che vi si inseriscono sopra, il TESSUTO CONNETTIVO che possiede una consistenza tale da essere utilizzato come sostegno per le situazioni statiche, il funzionamento dei tessuti non è interdipendente e la loro sinergia è contemporaneamente preservata in ogni momento.

Si ricordi il fatto che fino ad ora abbiamo parlato solo ed esclusivamente di movimenti VOLONTARI e che abbiamo fatto riferimento agli atti involontari riferendoci a questi come ARCHI RIFLESSI tuttavia …come avviene posturalmente un arco riflesso?

Il CENTRO DI MASSA del corpo umano è localizzato sulla seconda vertebra sacrale S2, quindi qualunque movimento deve partire per forza da un suo spostamento, il CENTRO DI GRAVITA’ rappresenta la zona su cui agisce l’apice dell’attrazione gravitazionale e le forze ascendenti di contro che vengono dal basso, idealmente in una postura corretta si trova intorno a L2 – L3, per ogni spostamento del centro di massa, si assisterà ad un relativo spostamento del centro di gravità e viceversa, l’obiettivo è chiaramente distribuire masse e carichi per rimanere coerenti meccanicamente e preservare le 3 funzioni principali descritte nel primo articolo.

Gli spostamenti appena descritti del centro di massa rispetto a quello di gravità e viceversa introducono ad un concetto basilare della posturologia in ambito osteopatico, i RIFLESSI CROCIATI, le strutture PROPRIOCETTIVE di tendini, legamenti e muscoli se opportunamente stimolati producono dei pattern riflessi mirati al raggiungimento dello stato di equilibrio verticale dell’organismo reclutando intere catene muscolari , tanto è vero nel caso di un individuo che non presenta nessuna alterazione del movimento, tanto in uno che vede il suo centro di gravità “spostato” da una restrizione e dunque innesca i riflessi come tentativo di recuperare il range perso. Veniamo al nostro esempio pratico.

Il signor X dello scorso articolo possiede una restrizione del movimento della spalla destra che è stata fissata dalle fibre connettivo perdendo capacità contrattile, accusando debolezza muscolare e sovraccarico articolare nei movimenti più semplici, la spalla sembra essere il problema di primo ordine nella scala delle priorità eppure se pensiamo alle situazioni descritte sopra ci sembra opportuno valutare anche l’ipotesi che una INTERA CATENA MUSCOLARE di movimento che coinvolge anche la spalla sia stata reclutata e successivamente fissata per cercare di sincronizzare centri di massa e gravità, test specifici somministrati valuteranno la scala delle priorità del caso, non dovendo tuttavia partire dal presupposto che la spalla ,dolorante, ne sia all’apice.

Adesso che abbiamo in questi 2 articoli, analizzato in maniera ESTREMAMENTE veloce i concetti alla base del mantenimento della postura eretta possiamo effettuare delle considerazioni interessanti:

  • LE INTERAZIONI SINERGICHE DEI TESSUTI E LE COSTANTI INFORMAZIONI FORNITE AL SNC DETERMINANO LE RISPOSTE POSTURALI AGLI STIMOLI ESTERNI. Una intensa folata di vento può spostare il centro di massa di una persona, lo spostamento innesca riflessi di attivazione sulle catene muscolari per sincronizzare nuovamente la massa sul centro di gravità preservando L’EQUILIBRIO.



  • NON SEMPRE IL DOLORE E’ ALL’APICE DEI PROBLEMI. Come dimostrato nell’esempio pratico, le motivazioni per cui un individuo vede il suo centro di massa spostato possono essere davvero varie, molto spesso il dolore è innescato, in assenza di traumi diretti, dall’iper reclutamento di una intera catena muscolare ai fini del mantenimento della postura, la stessa catena nel corso del tempo viene fissata dal connettivo perdendo capacità di generare movimento visto che è divenuta una struttura di supporto, la restrizione del range di movimento si avverte in maniera semplice su una articolazione molto mobile come la spalla rendendone facile il sovraccarico e l’usura.



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